9Sett2012
Scritto da LEA MATTARELLA, la Repubblica
Jaroslaw Modzelewski presenta fino al 20 settembre a Palazzo Blumenstihl, sede dell’Istituto Polacco di Roma, i suoi dipinti datati dal 2008 a oggi sotto un titolo inconsueto: Retroguardia polacca.
Sono passati più di vent’anni dalla sua prima apparizione romana nella mostra del 1987 dedicata a Gruppa, il movimento che aveva contribuito a fondare, intitolata proprio
Avanguardia polacca.
Oggi con ironia si diverte a mettere la marcia indietro. Nato nel 1955, Modzelewski vive a Varsavia dove insegna pittura all’Accademia di belle arti. E dipinge quadri come quelli mostrati in questa occasione: paesaggi senza nessuno, oppure interni abitati da strani eppure tremendamente familiari personaggi che sembrano mettere in scena veri racconti.
C’è una chiesa infuocata di rossi e ori in cui si aggirano figure che suggeriscono immagini e spazi tra Munch e Bergman. Se il punto di partenza è la realtà, Modzelewski sa come trasfigurarla: lo fa con i gesti esagerati dei Pescatori sordomuti o con i contrasti di colore della sua visionaria Centrale termoelettrica.
Sono passati più di vent’anni dalla sua prima apparizione romana nella mostra del 1987 dedicata a Gruppa, il movimento che aveva contribuito a fondare, intitolata proprio
Avanguardia polacca.
Oggi con ironia si diverte a mettere la marcia indietro. Nato nel 1955, Modzelewski vive a Varsavia dove insegna pittura all’Accademia di belle arti. E dipinge quadri come quelli mostrati in questa occasione: paesaggi senza nessuno, oppure interni abitati da strani eppure tremendamente familiari personaggi che sembrano mettere in scena veri racconti.
C’è una chiesa infuocata di rossi e ori in cui si aggirano figure che suggeriscono immagini e spazi tra Munch e Bergman. Se il punto di partenza è la realtà, Modzelewski sa come trasfigurarla: lo fa con i gesti esagerati dei Pescatori sordomuti o con i contrasti di colore della sua visionaria Centrale termoelettrica.