Scritto da Art Tribune
Il manifesto cinematografico si presenta come oggetto d’arte dalle caratteristiche particolari; trae proprio dalla complessità, che ne regola la realizzazione, forza e vigore affermando la propria indipendenza rispetto alle ordinarie espressioni artistiche, sociali, economiche ed estetiche
A prima vista il manifesto cinematografico sembra essere un oggetto banale, quasi un complemento d’arredo urbano: in realtà oltre ad arredare i muri delle città rappresenta un momento di comunicazione, non solo commerciale, ma emozionale.
Nel manifesto riconosciamo elementi provenienti dal mondo della cinematografia, dal mondo della grafica, dal mondo della creatività artistica, ma il manifesto è anche rappresentazione del momento culturale in cui viene realizzato.
Disponiamo in permanenza di opere realizzate da Anatolij Belskij, Boris Zelenskij, Jakov Ruklevskij, Michail Chazanovskij, Evgenij Grebenshikov , Vassilij Ostrovskij, Vladimir Kononov. Artisti particolarissimi dalla forte personalità individuale capaci di manifestarsi oltre il semplice “illustrare un film”, capaci di creare emozioni e sensazioni con la forza del loro essere artisti.
La storia del manifesto cinematografico sovietico trae le sue origini dagli anni immediatamente successivi alla Rivoluzione d’Ottobre.
Negli anni Venti il cinema sovietico, grazie a «La corazzata Potemkin» di Ejzenstein, raggiunge fama mondiale: in quegli anni i fratelli Stemberg, che per primi intuiscono il potenziale espressivo ed estetico del manifesto, sono le stelle assolute di quel firmamento d’artisti che porta anche il manifesto cinematografico sovietico all’attenzione del mondo. Grafici e scenografi, gli Stenberg non solo ne studiano le possibilità espressive, ma, profondamente integrati nel mondo delle avanguardie artistiche del tempo, realizzano opere in cui composizione, ritmo, forza ne dichiarano apertamente l’appartenenza al mondo dell’arte e del Costruttivismo in particolare.
Molti artisti sostenitori del Costruttivismo e provenienti da altre discipline si riunirono attorno a loro, alcuni ne divennero allievi, tra loro Boris Zelenskij, Jakov Ruklevskij, Vladimir Kononov.
La collezione è composta da studi a tempera che sono la ricerca per la costruzione del manifesto cinematografico e da tempere originali che sono l’immagine di base dalla quale è stato tratto il manifesto.
Milano – dal 03/04/2012 al 04/05/2012
L’arte nella Cinematografia Russa